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La Sylphide
Dopo la Rivoluzione Francese del 1789, il sistema di finanziamento del balletto europeo è in gran parte scomparso. Nel primo ventennio del ottocento non sono stati prodotti molti balletti importanti in Francia. La Sylphide segna l’inizio di una nuova era.
La Sylphide (La Silfide) è il manifesto di una nuova generazione di artisti ribelli: i Romantici. Insoddisfatti della realtà del loro tempo, cercavano in un mondo di sogni un rifugio dall’atmosfera della Rivoluzione Industriale che vivevano come oppressiva e anonima.
I balletti Romantici differivano da quelli precedenti perché ispirati alla letteratura dell’epoca, e non più alla mitologia classica. La storia era ambientata nel 1830; cioè contemporanea.
Il libretto di Adolphe Nourrit (1802 - 1839) è basato sulla novella “Trilby ou le Lutin d’Argail” di Charles Nodier (1780 - 1844), noto autore Romantico. E’ stato Nourrit a suggerire a Filippo Taglioni l’idea di creare un balletto basato sul racconto.
La Sylphide è il primo balletto che esprime pienamente la filosofia Romantica: l’eroe, che sta per soccombere allo status quo, rinuncia a tutto per cercare la vera felicità ed evitare le responsabilità. Presenta una visione di un mondo lirico, soprannaturale parallelo alla realtà, dove gli esseri sono impalpabili, come sogni. Quando il protagonista perde il suo sogno, anche lui è destinato a morire.
Ha rivoluzionato la storia del balletto: per la prima volta la ballerina sale sulle punte nella ricerca di una bellezza e di una leggerezza innaturale che si addisce perfettamente al personaggio.
Il tutù, il costume diafano della Silfide, ha creato uno stile che ha segnato il balletto per più di un secolo, ed è ancora oggi la divisa tipica della ballerina “classica”. Il tutù è stato disegnato dal costumista Eugène Lamy, mentre gli altri costumi erano di Lormier. Con l’introduzione del tutù La Sylphide dà l’avvio ad una serie di “ballets blancs” o balletti bianchi che sarebbero diventati il contrassegno dello stile Romantico.
La coreografia, rappresentata per la prima volta all’Operà di Parigi il 12 marzo 1832, è di Filippo Taglioni (1777 - 1871) con la musica composta per il balletto da Jean Schneitzhoeffer. Joseph Mazilier interpretava la parte di James e Marie Taglioni (1804 - 1884), la figlia del coreografo, la Silfide.
La Taglioni, nata a Stoccolma, di padre italiano e madre svedese, è diventata la più grande ballerina del suo tempo. Inizialmente allieva del padre, ha studiato a Parigi all’Operà mentre Filippo Taglioni era in tournée come primo ballerino e coreografo del Balletto Reale Danese. Ha fatto il suo debutto a Vienna nel 1822 in un balletto di suo padre, che però non la considerava ancora sufficientemente preparata.
Delicata ed eterea, coloro che l’hanno vista sono stati conquistati dalla sublime interpretazione: l’esatta misura del personaggio, del sentimento, della situazione. Si è ritirata dalla scena nel ‘48, a 44 anni, per problemi al ginocchio.
La Sylphide è stato replicato a Covent Garden di Londra nel luglio del 1832, in Russia nel 1837 e in Italia nella stagione del 1837 - 38.
August Bournonville (1805 - 1879) ha creato una propria versione di La Sylphide a Copenhagen, intitolato Sylfiden. August è stato allievo del padre Antoine Bournonville (1760 - 1843), che dal 1792 è stato primo ballerino, poi maestro del Balletto Reale Danese.
Dopo essersi perfezionato a Parigi con Auguste Vestris e Pierre Gardel, August è diventato principale danzatore al Balletto dell’Opera di Parigi dal 1820 al 1828, con Marie Taglioni come partner.
Ritorna in Danimarca nel 1829, nominato primo ballerino e coreografo del Balletto Reale Danese. Due anni dopo aver visto La Sylphide a Parigi nel 1834, crea una propria versione, seguendo lo stesso schema e libretto di quella di Taglioni.
Per la sua versione Bournonville si è avallato di una nuova partitura musicale di Hermann Severin von Løvenskjold. La sua allieva prediletta, Lucile Grahn (1819 - 1907), interpreta la Silfide come prima ballerina. La prima rappresentazione è stata il 28 novembre 1836.
La coreografia di Bournonville si distingue per l’esuberanza, la leggerezza, e la bellezza formale. Ha dato maggiore importanza al ballerino maschio rispetto ad altri coreografi europei suoi contemporanei. E’ rimasto ininterrottamente nel repertorio del Balletto Reale Danese ed è oggi la versione più conosciuta del celebre balletto.
La Sylphide di Taglioni fu presentata negli Stati Uniti nel 1835; quella di Bournonville soltanto nel 1956.

James, un contadino scozzese, sta per sposare una contadina che si chiama Effie. Una Silfide, uno spirito alato dei boschi, si innamora di lui il giorno del matrimonio. Si rende visibile a James che si innamora a sua volta di lei e cerca di trattenerla, ma lei sfugge attraverso il camino.
Il matrimonio inizia, ma la Silfide si mostra di nuovo a James che abbandona la sua fidanzata, i parenti, e gli invitati e scappa insieme a lei.
Entrano numerosi amici, la sua fidanzata, e la madre di James. Si presenta anche la vecchia strega del villaggio, Madge, che prevede il futuro delle ragazze. Quando dice a Effie che sarà felice nel matrimonio, ma che James non l’ama, lui si infuria e la manda via a colpi di scopa.
Ritorna la Silfide, e James le confessa il suo amore. A sua insaputa è spiata dal suo amico Gurn, che è segretamente innamorato di Effie. Gurn corre da Effie e le racconta ciò che ha visto, ma quando torna con la madre dello sposo e la fidanzata, James nasconde la Silfide sotto un plaid. Gurn nota che il plaid è stato spostato, ma quando lo toglie non c’è niente sotto--la Silfide è sparita.
Essendo mortale James si rende conto che sarà impossibile tenersi la Silfide. Madge, la strega, percepisce la difficoltà di James e gli offre un foulard magico che deve legare attorno alla vita della Silfide per trattenerla.
Spiega che le farà cadere le ali, così non potrà più volare. Ma la speranza di James è frantumata quando la Silfide cadde a terra tramortita non appena James lega il foulard.
Le amiche della Silfide si manifestano e la circondano. Muore tra le loro braccia mentre l’addolorato James la fissa, impotente. Le Silfidi la alzano in aria e la portano via. In lontananza James vede una festa di matrimonio con Effie, che ha sposato Gurn.
Madge entra e James la affronta. Cerca di abbatterla, ma Madge lo colpisce uccidendolo. Il balletto conclude con la scena di Madge che esulta per la propria vittoria.
Testo: E. Meyer © 2003-11 Ballet Academic Studio
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