I Bournonville sono stati fondamentali nella formazione del Balletto Reale Danese e dello stile romantico nel balletto. Antoine, il padre (1760 - 1843) dal 1792 è stato primo ballerino a Copenaghen, poi maestro del balletto dal 1816 al 1823. E’ stato il principale insegnante del figlio August (1805 - 1879), nato in Danimarca.
Ballet San Jose Silicon Valley nel III° atto.
Foto Bob Shomler
Da giovane, August ha lasciato la patria per studiare e ballare nelle principali capitali Europee; dal 1829 rimase a Copenaghen come primo ballerino e coreografo del Balletto Reale Danese.
Per quasi 50 anni ne è stato direttore, definiendo uno stile nazionale, con l’enfasi sulla danza di qualità e il mimo espressivo. Ha coreografato 32 balletti, 10 dei quali sono ancora oggi rappresentati in tutto il mondo.
Napoli, del 1842, è sottotitolato “Il pescatore e la sua sposa”. Il libretto è di August Bournonville: il soggetto echeggia situazioni suggerite da un soggiorno partenopeo del coreografo, come altri suoi soggetti ispirati da luoghi che aveva visitato nelle tournée con la sua compagnia.
Rispecchia alcuni elementi tipici del balletto romantico: l'interesse per la vita della gente comune, il risalto dato alla trama -- la danza è usata come mezzo espressivo per raccontare la storia agli spettatori. La musica, nonostante che appaia così pittorescamente napoletana, è stata commissionata a quattro compositori danesi: Niels Wilhelm Gade, Edvard Helsted, Hans Christian Lumbye, e Holger Simon Paulli.
Ballet San Jose SiliconValley nella produzione di Napoli del 2000.
Foto Bob Shomler
Teresina, una ragazza del popolo, ha due pretendenti: uno venditore ambulante di limonata, l’altro di spaghetti. Lei, invece, è innamorata di Gennaro, un pescatore.
Per confutare i pettegolezzi su l’infedeltà di Teresina, Gennaro le chiede la mano. Partono insieme in barca, ma una tempesta affonda il battello e solo Gennaro si salva. La madre di Teresina lo accusa di aver ammazzato la figlia.
Gennaro, disperato, cerca consolazione presso un frate, che gli dona un’immagine della Madonna e gli esorta di andare alla ricerca di Teresina.
Teresina intanto, è stata salvata dalle Nereidi che le hanno portato alla Grotta Azzurra dove dimora il dio Golfo. Il dio si invaghisce della ragazza e la trasforma in Nereide, cancellando ogni ricordo della sua esistenza precedente.
Gennaro approda nella grotta e vede Teresina, ma lei non lo riconosce. Le mostra l'immagine della Madonna, ed a Teresina viene miracolosamente restituita la forma umana e i suoi ricordi. Golfo, davanti ad una simile potenza, non può fare altro che offrire dei doni agli sposini.
Ricompaiano a Napoli per fare un pellegrinaggio di ringraziamento, ma il popolo accusa Gennaro di stregoneria per aver risuscitata un’annegata. Il frate intervene, svelando che non è stato Gennaro, ma l’intervento miracoloso della Madonna a salvare Teresina.
Finisce felicemente con una scatenata tarantella, accompagnato dalla musica di Hans Christian Lumbye.
Il senso di umorismo che trapela da questa trama ha sicuramente contribuito a mantenere vivo l'interesse per il balletto Napoli da 1842 ad oggi.
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